La Cattedrale con il suo museo e la tela restaurata della Sindone sono sul portale Città & Cattedrali (www.cittaecattedrali.it), nell’ambito dell’iniziativa “Le strade della Sindone”:

La cappella della sacra Sindone in Cattedrale

Già nel 1522 esisteva in Cattedrale una prebenda canonicale intitolata alla Sacra Sindone, la cui presenza attestava la diffusione in Valle d’Aosta del culto al Sacro Lino. Questa devozione aveva ricevuto un forte e decisivo impulso proprio all’inizio del Cinquecento con l’istituzione nelle terre sabaude della relativa festa con liturgia propria (4 maggio), sancita da una bolla di papa Giulio II nel 1506. Secondo Pierre-Etienne Duc, che riporta la notizia in maniera dubitativa, a fondare la cappella della Sacra Sindone in cattedrale sarebbe stato nel 1520 il canonico Jean de Gombaudel, maestro di fabbrica e personaggio a noi noto per il suo coinvolgimento come committente a nome del Capitolo della facciata della cattedrale e del grande armadio delle reliquie, oggi collocato nella sagrestia monumentale.

L’altare della Sacra Sindone è menzionato poi nell’inventario del 1578 in quanto dotato di un paramento. Esso trovava verosimilmente posto in un piccolo ambiente sito tra l’abside del campanile settentrionale e la cappella nord-orientale del deambulatorio, che nelle fonti seicentesche verrà denominato petite sacristie o sagrestia delle reliquie. In questa era collocato anche l’armadio delle reliquie che custodiva i reliquiari del Tesoro quando non erano esposti sull’altare maggiore o portati in processione. Nel luglio del 1784, secondo quanto riportato nel Journal de la Grande sacristie de la cathédrale, l’altare, che era in legno, venne rifatto. Nel 1837 non era in buone condizioni tanto che il vescovo Mons. André Jourdain ne richiese il restauro o in alternativa la rimozione.

Con i grandi lavori di costruzione della grande sagrestia monumentale avvenuti su progetto dell’impresario Fumasoli negli anni 1850-1851 questo ambiente, non più utilizzato come sagrestia ma denominato cappella del Santo Sudario, fu oggetto di modifiche, tra cui lo spostamento dell’armadio tardogotico nella nuova sagrestia. Nel 1869 la cappella venne ristrutturata, ampliata e trasformata in “salle pour conserver les objets d’art”. Un arco aperto nella parete divisoria tra la cappella stessa e la nuova sagrestia monumentale, posto sul retro (non foderato) dell’armadio delle reliquie, dava la possibilità di vedere i reliquiari in esso conservati. Davanti all’arco, che nel 1889 venne chiuso da un inferriata su richiesta del vescovo Joseph-Auguste Duc, preoccupato per eventuali furti, era posizionato l’altare. Sopra l’apertura, in un arco fortemente ribassato, venne invece collocata verosimilmente nel settimo-ottavo decennio del XIX secolo una grande tela dipinta, lunga più di quattro metri, raffigurante la Vergine addolorata con la Sacra Sindone retta da angeli: l’altare del Santo Sudario era quindi posto davanti ai reliquiari e sotto la lunetta dipinta con la raffigurazione del sacro telo. Nel 1896 Pierre Etienne Duc così lo descrive: «Actuellement l’autel du S. Suaire se trouve au nord du sanctuaire de la cathédrale, dont il est séparé par le contour des basses-nefs, et les reliquaires, défendus par des grillages, sont étalés derrière le crucifix et les chandeliers de cet autel. Ils sont renfermés dans des armoires qui s’ouvrent, dans la grande sacristie des officiatures».

La cappella delle reliquie è oggi inserita nel percorso espositivo del Museo del Tesoro della Cattedrale e in essa sono esposte le opere d’arte della collezione datate tra la fine del XVI e il XIX secolo.

La lunetta dipinta, rimossa dalla cappella in epoca imprecisata nel corso del XX secolo, è stata restaurata nei primi mesi del 2015. L’intervento realizzato da Novella Cuaz di Aosta è stato diretto dalla Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta ed è stato finanziato grazie ai contributi dell’8x1000 destinati allo scopo dalla Conferenza Episcopale Italiana. Dopo il restauro, nell’ottica di valorizzare il piccolo ambiente museale e per recuperare l’antica dedicazione, la lunetta è stata ricollocata nella sua posizione originaria nell’aprile 2015, in concomitanza con l’inizio dell’Ostensione di Torino.

Il dipinto raffigura la Vergine addolorata in atto di stringere al petto un panno giallo che cela la spada che le trafigge il cuore, chiaro riferimento alla profezia di Simeone (Luca 2,34-35). Due angeli leggiadri dalle delicate vesti, giocate sui colori complementari del viola-giallo e del verde-rosso, reggono il grande telo con l’impronta di Cristo crocifisso, che ne evoca la Passione. Ai lati in un atmosfera fredda e malinconica sfumano, da una parte, i contorni turriti della città di Gerusalemme e, dall’altra, il solitario Golgota con le tre croci.

Sulla cappella del santo Sudario in cattedrale si veda P. Papone, Cappelle e altari del deambulatorio, in Cattedrale di Aosta. Museo del Tesoro, Catalogo, a cura di E. Castelnuovo, F. Crivello, V. Vallet, Aosta 2013, pp. 49-51.

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